domenica 2 settembre 2012

GESU' " L' ENFANT TERRIBLE" ...IL VANGELO DELL'INFANZIA DI TOMMASO

Il cosiddetto Vangelo dell'infanzia di Tommaso, da non confondere col già citato e rilevante Vangelo di Tommaso, ne tanto meno con il libro di Tommaso o con l'apocalisse di Tommaso, fu trovato in Egitto, è giunto a noi in greco, ma anche in varie traduzioni antiche (siriaco, latino, georgiano, slavo, etiopico).Il testo risulta dalla trama semplice ma sconcertante ed è chiamato anche Vangelo dello pseudo-Tommaso. Fa parte dei Vangeli apocrifi, ed è databile alla seconda metà del II secolo. Si può definire semplice, perché racconta atti e detti del piccolo Gesù tra i cinque e i dodici anni, nel silenzio assoluto dei Vangeli canonici che si accontentano di dirci soltanto che "il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui" (Luca, 2, 40), al massimo informandoci con Giuseppe che "andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: Sarà chiamato Nazareno" (Matteo, 2, 23). Dicevamo, però, che lo scritto è anche sconcertante in quanto ci offre un ritratto di Gesù come quello di un enfant terribile, capriccioso, arrogante persino coi suoi genitori. Il testo si dichiara opera di Tommaso l'Israelita, cioè l'apostolo Tommaso. Questo collocherebbe la stesura del testo entro il I secolo. Gli studiosi tuttavia sono attualmente concordi nel ritenere tale attribuzione poco sicura, e questo, unitamente a motivi stilistici e letterali intrinseci al testo, li ha portati a ritenere come possibile data redazionale la metà del II secolo, in seguito a un periodo di trasmissione orale. Nel curioso vangelo dell'infanzia di Tommaso vi sono un infinità di divine malefatte, come se fossero rappresentati dei miracoli al contrario: una paralisi, due morti e una cecità! Paralitico diventa il compagno che aveva aperto un canale di uscita nella pozza d'acqua che Gesù aveva costruito, come fanno i bambini nei loro giochi; muore un altro ragazzo che l'aveva spintonato, ma si spegne anche il maestro che aveva bacchettato sulla testa questo scolaro inquieto; ciechi si ritrovano i compagni o gli adulti che non stanno dalla sua parte e lo accusano. E' pur vero che, comunque il piccolo Gesù sfodera anche i suoi poteri divini nel bene: risuscitando e guarendo, vivificando anche dodici uccellini da lui plasmati col fango, rendendo potabile l'acqua di un torrente, aggiustando un asse per il lavoro del padre falegname Giuseppe, rendendo impermeabile il manto di sua madre Maria per il trasporto dell'acqua, curando un morso di vipera del fratellastro Giacomo, moltiplicando il grano per i poveri, decifrando il segreto simbolismo della lettera greca alfa e così via elencando per un totale di ben tredici prodigi. I 19 capitoletti (più brevi degli omologhi canonici) non sono caratterizzati da una particolare struttura narrativa ma costituiscono singoli episodi completi anche se talora interconnessi. Il Vangelo di Tommaso presenta sporadici e sparsi passi di sapore gnostico, in particolare il ricorrente tema dell'ignoranza, cioè del mancato riconoscimento della natura soprannaturale di Gesù. Tale elemento permea anche il Vangelo di Giovanni, rimanendo anche in tale opera entro i confini dell'ortodossia cattolica. Il Vangelo dell'infanzia di Tommaso ha avuto un discreto eco all'interno della tradizione islamica, poichè L'episodio di Gesù che crea i passerotti compare anche nel Corano (3,49; 5,110). Altri vangeli apocrifi dell'infanzia sono il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dello pseudo-Matteo (basato su quelli di Giacomo e Tommaso), e il cosiddetto Vangelo arabo dell'infanzia. Le caratteristiche stilistiche di tali opere suggeriscono datazioni a partire dal II secolo. Anche se il vangelo dell'infanzia di Tommaso risulta un racconto paradossale, bisogna cogliere la cifra nascosta per decrittarne il senso profondo.
[1] Io, Tomaso israelita, ho ritenuto necessario fare conoscere a tutti i fratelli venuti dal gentilesimo i fatti dell'infanzia e le gesta del Signore nostro Gesù compiute in questa nostra regione ove è nato.
Il principio è come segue. Gesù e i passeri. [1]All'età di cinque anni questo ragazzo stava giocando sul greto di un torrente: raccoglieva in fosse le acque che scorrevano e subito le rendeva limpide comandandole con la sola sua parola. Impastando argilla molle, fece dodici passeri. Quando fece questo era un giorno di sabato. C'erano pure tanti ragazzi che giocavano con lui. [2] Un ebreo vedendo quanto faceva Gesù giocando di sabato, andò subito a riferirlo a suo padre Giuseppe: "Ecco, tuo figlio è al ruscello; ha preso dell'argilla e ne ha formato dodici uccellini, profanando il sabato". [3] Giuseppe, recatosi sul posto, vide e lo sgridò dicendo: "Perché di sabato hai fatto queste cose che non è lecito fare?". Ma Gesù, battendo le mani, gridò ai passeri dicendo loro: "Andate!". E i passeri se ne volarono via cinguettando. [4] A questa vista, gli ebrei, presi da stupore, andarono a raccontare ai loro capi quanto avevano visto fare da Gesù. Par. 3 Gesù e il figlio di Anna. [1] Ma il figlio dello scriba Anna se ne stava là con Giuseppe e, preso un ramo di salice, faceva scorrere via le acque raccolte da Gesù. [2] Quando Gesù vide ciò che accadeva, sdegnato gli disse: "O cattivo, empio, insensato! Che male ti hanno fatto le fosse e le acque? Tu pure, ecco che ti seccherai come un albero; non metterai nè foglie, nè radici, nè frutto". [3] Subito quel ragazzo si seccò tutto. Mentre Gesù partì e andò a casa di Giuseppe. I genitori del (ragazzo) rimasto secco lo tolsero via, piangendo la sua tenera età; lo portarono da Giuseppe e lo rimproveravano: "Perché hai un figlio che fa tali cose?". Par. 4 Gesù urtato da un ragazzo. [1] Dopo di ciò camminava per il villaggio, quando un ragazzo, correndo, andò a urtare contro la sua spalla. Gesù, irritato, gli disse: "Non percorrerai tutta la tua strada!". E subito cadde morto. [2] Ma alcuni, vedendo ciò che accadeva, dissero: "Dov'è nato questo ragazzo, che ogni sua parola è un fatto compiuto?". I genitori del morto, andati da Giuseppe, lo biasimavano dicendo: "Tu che hai un simile ragazzo, non puoi abitare nel villaggio con noi; a meno che tu gli insegni a benedire e a non maledire. Egli, infatti, fa morire i nostri ragazzi". Par. 5 [1] Giuseppe, chiamato il ragazzo in disparte, lo ammoniva dicendo: "Perché fai tali cose? Costoro ne soffrono, ci odiano e perseguitano". Gesù rispose: "Io so che queste tue parole non sono tue. Tuttavia starò zitto per te; ma quelli porteranno la loro punizione". E subito gli accusatori divennero ciechi. [2] Quanti videro questo, si spaventarono molto, restarono perplessi, e dicevano a proposito di lui, che ogni parola che pronunciava, buona o cattiva che fosse, era un fatto compiuto. E divenne una meraviglia. Vedendo che Gesù aveva fatto una tale cosa, Giuseppe si alzò, gli prese l'orecchio e glielo tirò forte. Il ragazzo allora si sdegnò e gli disse: "A te basti cercare e non trovare! Veramente non hai agito in modo sensato. Non sai che sono tuo? Non mi molestare!". Par. 6 Gesù e il primo maestro. [1] Un precettore di nome Zaccheo, trovandosi da quelle parti, udì Gesù che diceva queste parole a suo padre e si meravigliò grandemente che un ragazzo parlasse in tal modo. E, pochi giorni dopo, si avvicinò a Giuseppe e gli disse: "Tu hai un ragazzo saggio, dotato di intelligenza. Su, affidalo a me, affinché impari le lettere. Con le lettere, gli insegnerò ogni conoscenza, anche a salutare i vecchi e a riverirli come gli antenati e i padri, e ad amare i suoi coetanei". [2] E gli disse con grande cura e chiarezza tutte le lettere, dall'Alfa fino all'Omega. Ma, fissando lo sguardo sul precettore Zaccheo, gli disse: "Tu che non sai la natura dell'Alfa, come puoi insegnare agli altri la Beta? Ipocrita! Se la sai, insegna prima l'Alfa, poi ti crederemo quanto alla Beta". Incominciò poi a interrogare il maestro sulla prima lettera, ma non gli seppe rispondere. [3] Alla presenza di molti, il ragazzo disse allora a Zaccheo: "Ascolta, maestro, la disposizione della prima lettera, bada come abbia linee e tratti mediani, vedi le comuni, le trasversali, le congiunte, le ascendenti, le divergenti... Le linee dell'Alfa sono di tre segni: omogenei, equilibrati, proporzionati". Par. 7 [1] Quando il maestro udì il ragazzo esporre tante e tali allegorie sulla prima lettera, restò sconcertato davanti alla profondità della risposta e dell'insegnamento di lui, e disse ai presenti: "Povero me! Io sfortunato, non so più che fare. Io stesso mi sono procurato la vergogna, attirando a me questo ragazzo. [2] Ripigliatelo, dunque, te ne prego, fratello Giuseppe. Non posso sopportare l'austerità del suo sguardo, non so proprio spiegarmi il suo parlare. Questo ragazzo non è nato terrestre: può domare persino il fuoco! Forse è nato prima della creazione del mondo. Quale ventre l'ha portato e quale seno l'ha nutrito? Io non lo so. Povero me, amico mio. Mi fa andare fuori senno. Non posso più tenere dietro alla sua intelligenza. Mi sono ingannato: Me tre volte infelice! Cercavo di avere un discepolo e ho scoperto che avevo un maestro! [3] Penso alla mia vergogna, amici miei, poiché vecchio come sono, fui superato da un ragazzo. Non mi resta proprio altro che disperarmi e morire, a causa di questo ragazzo, perché in questo momento non posso guardarlo in faccia. E quando tutti diranno che sono stato superato da un ragazzino, che cosa potrò replicare? E che cosa potrò dire in merito a quanto mi ha detto sulle linee della prima lettera? Non so, amici, perché, di lui, non comprendo nè l'inizio nè la fine. [4] Ti supplico, dunque, fratello Giuseppe, di ricondurlo a casa tua. Costui, infatti, è qualcosa di Grande: o un dio o un angelo o non so cosa dire". Par. 8 [1] Siccome alcuni Ebrei davano consigli a Zaccheo, il ragazzo rise grandemente, e disse: "Ora portino frutto le cose tue e vedano i ciechi di cuore. Io sono venuto dall'alto per maledirli, e a chiamarli alle cose dell'alto, come mi ha ordinato colui che mi ha mandato a voi". [2] Quando il ragazzo cessò di parlare, tutti coloro che erano caduti sotto la sua maledizione furono subito risanati. Da allora, più nessuno osava provocarlo, per non essere da lui maledetto e rimanere cieco. Par. 9 Gesù gioca sulla terrazza. [1] Alcuni giorni dopo, mentre Gesù giocava sulla terrazza di un tetto, uno dei bambini che giocavano con lui cadde dalla ù terrazza e morì. [2] Venuti i genitori del morto, l'accusavano di averlo gettato giù... Ma quelli lo maltrattavano. Gesù allora discese in fretta giù dal tetto, si fermò vicino al cadavere del ragazzo e disse a gran voce: "Zenone, Ä questo era il suo nome Ä alzati e dimmi: sono io che ti ho gettato giù?". E subito, alzatosi, rispose: "No Signore, tu non mi hai gettato giù, ma mi hai risuscitato". I presenti rimasero attoniti, mentre i genitori del ragazzo glorificarono Dio per il segno avvenuto, e adorarono Gesù. Par. 10 Gesù e il giovane ferito [1]Pochi giorni dopo, un giovane stava spaccando legna nelle vicinanze, quando gli cadde la scure e gli spaccò la pianta del piede; perdeva molto sangue ed era sul punto di morire. [2] Essendo sorto un subbuglio e un accorrere di gente, corse là anche il ragazzo Gesù. Si aprì di forza un passaggio attraverso la folla, afferrò il piede del giovane colpito e subito fu risanato; e disse al giovane: "Ora alzati, spacca la legna e ricordati di me". Alla vista dell'accaduto, la folla adorò il ragazzo e disse: "In questo ragazzo dimora veramente lo Spirito di Dio". Par. 11 Gesù porta l'acqua nel mantello [1] Quando aveva sei anni, sua madre gli diede un'anfora e lo mandò ad attingere acqua e portarla a casa. Ma urtò tra la folla e spezzò l'anfora. [2] Gesù allora spiegò il mantello che aveva addosso, lo riempì d'acqua e lo portò a sua madre. [3] Alla vista del segno che era avvenuto, la madre lo baciò e conservava dentro di sè i misteri che gli vedeva compiere. Par. 12 Gesù semina [1]Un'altra volta, al tempo delle semine, il ragazzo uscì con suo padre a seminare il grano nella terra. Mentre suo padre seminava, anche il ragazzo Gesù seminò un chicco di grano. [2] Quando andarono a mietere e battere sull'aia, quel chicco fece cento cori; chiamò allora sull'aia tutti i poveri del villaggio e regalò loro del grano. Il resto del grano fu portato via da Giuseppe. Quando fece questo segno aveva otto anni. Par. 13 Gesù aiuta il padre [1]Suo padre era falegname, e, in quel tempo, faceva aratri e gioghi. Una persona ricca gli ordinò di fare un letto. Ma una delle assi, quella detta trasversale, era troppo corta e Giuseppe non sapeva che fare. [2] Il ragazzo Gesù disse allora a suo padre Giuseppe: "Metti per terra le due assi e pareggiale da una delle parti". Giuseppe fece come gli aveva detto il ragazzo: Gesù si pose dall'altra parte, afferrò l'asse più corta e la tirò a sè rendendola uguale all'altra. A tale vista, suo padre Giuseppe rimase stupito: abbracciò il ragazzo e lo baciò esclamando: "Me felice, perché Dio mi ha dato questo ragazzo!". Par. 14 Gesù e il secondo maestro [1] Ora, Giuseppe vedendo che il senno e l'età del ragazzo maturavano, decise nuovamente che non dovesse restare ignorante delle lettere e, condottolo da un altro maestro, glielo affidò. [2] Il maestro disse a Giuseppe: "Gli insegnerò prima le lettere greche e poi quelle ebraiche". Il maestro, infatti, conosceva la bravura del ragazzo e aveva paura di lui. Ciononostante scrisse l'alfabeto e si occupava a lungo di lui con cura; ma lui non rispondeva. [3] Gesù gli disse: "Se veramente sei un maestro e sai bene le lettere, dimmi il valore dell'Alfa e io ti dirò quello della Beta". Ma il maestro si sdegnò e lo picchiò sulla testa: il ragazzo si sentì male e lo maledisse. Subito quello svenne e cadde bocconi a terra. [4] E il ragazzo se ne tornò a casa da Giuseppe. Ma Giuseppe ne fu rattristato e ordinò a sua madre: "Non lasciarlo uscire fuori della porta, perché tutti quelli che lo irritano, muoiono". Par. 15 Gesù e il terzo maestro [1]Di lì a qualche tempo, un altro precettore che era amico intimo di Giuseppe, gli disse: "Conduci il ragazzo alla mia scuola; forse con molta delicatezza mi riuscirà di insegnargli le lettere". Giuseppe gli rispose: "Se non hai alcuna paura, fratello, prendilo con te". E lo prese con timore grande e preoccupazione, ma il ragazzo lo seguì volentieri. [2] Entrò deciso nella scuola, trovò un libro posto sul leggio: lo prese e non lesse le lettere che c'erano, ma aprì la bocca e parlava nello Spirito Santo insegnando la Legge a quelli che gli stavano attorno e l'ascoltavano. Accorse una grande moltitudine e lo circondava ascoltandolo meravigliata dalla grazia del suo insegnamento, e dalla prontezza delle sue parole, per il fatto che, ragazzo com'era, parlasse in tal modo. [3] Saputolo, Giuseppe ebbe paura e corse alla scuola temendo che anche quel precettore fosse inetto. Ma il precettore disse a Giuseppe: "Sappi, fratello, che io ho ricevuto questo ragazzo come uno scolaro, ma egli è pieno di grazia e di sapienza. Ed ora ti supplico, fratello, di prenderlo a casa tua". [4] All'udire questo, il ragazzo sorrise e gli disse: "Siccome hai parlato rettamente e hai reso una giusta testimonianza, per amore tuo, anche quello che è stato colpito, sarà risanato". E subito l'altro precettore fu risanato. E Giuseppe prese il ragazzo e tornò a casa sua. Par. 16 Gesù e Giacomo [1] Giuseppe inviò poi suo figlio Giacomo a raccogliere legna e portarla a casa; e lo seguì il ragazzo Gesù. Ora mentre Giacomo raccoglieva legna, una vipera gli morse la mano; dolorante, era in procinto di morire, quando gli si accostò Gesù: soffiò sulla morsicatura, e il dolore subito cessò. La vipera crepò, e Giacomo fu guarito istantaneamente. Par. 17 Gesù risuscita un bambino [1]Dopo queste cose, nelle vicinanze di Giuseppe, un bambino cadde ammalato e morì: sua madre piangeva disperata. Sentito che c'era gran pianto e confusione, Gesù corse presto: trovò il bambino morto, gli toccò il petto e disse: "Dico a te, bambino, non morire, ma vivi e resta con tua madre". Subito alzò lo sguardo e sorrise. Disse poi alla donna: "Prendilo, dagli il latte, e ricordati di me". [2] A tale vista, la folla circostante rimase stupita, e disse: "Davvero! Questo ragazzo è un Dio o un angelo di Dio, poiché ogni sua parola è un fatto compiuto". Gesù poi uscì di lì e si mise a giocare con gli altri ragazzi. Par. 18 Gesù risuscita un operaio [1]Dopo un certo tempo, si stava costruendo una casa, quando nacque un tumulto; e Gesù, alzatosi, andò là. Vide un uomo che giaceva morto, gli prese la mano e disse: "Dico a te, uomo, alzati e fai il tuo lavoro". E immediatamente s'alzò e l'adorò. [2] A questa vista, la folla si stupì e disse: "Questo ragazzo è del cielo! Poiché ha salvato molte anime dalla morte, e può salvarne per tutta la vita". Par. 19 Gesù nel tempio [1]Quando ebbe dodici anni, i suoi genitori andavano, secondo l'usanza, a Gerusalemme per la festa di Pasqua insieme alla loro carovana; e dopo la Pasqua se ne tornavano a casa. Ma quando loro ritornarono, il ragazzo Gesù tornò indietro a Gerusalemme, mentre i suoi genitori pensavano che egli fosse nel la carovana. [2] Dopo avere percorso la strada di un giorno, lo ricercarono tra i loro parenti e, non avendolo trovato, ne furono afflitti e tornarono di nuovo in città in cerca di lui. Dopo tre giorni, lo ritrovarono nel tempio seduto in mezzo ai dottori mentre li ascoltava e li interrogava. Tutti ascoltavano e si stupivano che, ragazzo com'era, chiudesse la bocca agli anziani e ai dottori del popolo, esponendo i punti principali della legge e le parabole dei profeti. [3] Sua madre Maria gli si accostò e gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco che noi, addolorati, ti cercavamo". Gesù rispose loro: "Perché mi cercate? Non sapete che devo essere nella casa di mio Padre?". [4] Ma gli scribi e i farisei le domandarono: "Tu sei la madre di questo ragazzo?". "Lo sono", lei rispose. Le dissero allora: "Beata tu tra le donne, poiché Dio ha benedetto il frutto del tuo seno. Noi, infatti, non abbiamo mai visto nè udito una tale gloria, virtù e sapienza". [5] E Gesù, levatosi, seguì sua madre ed era sottomesso ai suoi genitori. Ma sua madre custodiva tutti questi avvenimenti. Gesù poi cresceva in sapienza, in statura e grazia. A lui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. POSTO CORRELATO: VI PRESENTO IL MIO LIBRO-BLOG DMCA.com

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